Con migliaia di anni di storia alle spalle, il Giappone è un paese fortemente legato alle proprie tradizioni culturali e gastronomiche, in cui ogni ricorrenza e festività diventa l’occasione perfetta per sedersi a tavola e festeggiare con piatti speciali insieme a famigliari ed amici.

Il Giappone, infatti, ha un calendario piuttosto fitto: durante tutto l’anno si contano 16 feste nazionali, in cui scuole e uffici rimangono chiusi per dare a tutti la possibilità di partecipare alle celebrazioni. Ma cosa si mangia durante queste giornate di festa? Scopriamolo insieme!

Dal Capodanno al Tanabata Matsuri: cosa si mangia in Giappone nelle occasioni di festa?

Come già sappiamo, per i giapponesi il cibo non è mai solo “cibo”: ingredienti e preparazioni sono infatti legati non solo alle stagionalità e alla cucina locale, ma anche a tradizioni secolari, nate da metafore, accostamenti e analogie tra le caratteristiche degli alimenti e i messaggi che si vogliono tramandare. È per questo motivo, infatti, che nelle occasioni più speciali si mangiano piatti con significati speciali, proprio per rinforzarne ulteriormente il significato simbolico.

Capodanno

La fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo sono una delle ricorrenze più importanti e più sentite dalla popolazione giapponese. Si tratta di un momento da trascorrere in famiglia, ricco di rituali da praticare per affrontare al meglio la transizione da un anno all’altro.

Tra le tante tradizioni, non possono mancare ovviamente quelle legate al cibo:

Osechi Ryori

si tratta di una serie di piatti a base di alga konbu, uova di aringa, gamberi, kamaboko (una sorta di pasticcio di pesce) e tutti quei cibi che per tradizione sono considerati di buon auspicio per il loro valore simbolico. Gli ingredienti vengono stufati, per garantire una lunga conservazione, posizionati in maniera ordinata e serviti in particolari scatole di legno, dette jubako. L’idea è quella di avere piatti pronti per circa tre giorni, dando così la possibilità di riposare anche a chi di solito si occupa della cucina.

Ozoni

è la zuppa tradizionale a base di miso che viene mangiata come accompagnamento ai piatti dell’Osechi Ryori. La sua preparazione varia di regione in regione, ma l’ingrediente comune a tutte le ricette sono i mochi, arrostiti o bolliti in precedenza e poi aggiunti alla zuppa.

Mochi

i dolcetti di riso tipici della pasticceria giapponese sono anche uno dei cibi tradizionali del Capodanno. Nello specifico, in quest’occasione si usa mangiare il Kagami Mochi, una preparazione particolare formata da due mochi sovrapposti l’uno sull’altro e un dadai, l’arancia amara giapponese, posta in cima. I mochi, di dimensioni differenti, simboleggiano l’anno che finisce e quello che sta per cominciare, mentre il dadai rappresenta la continuazione della famiglia attraverso le generazioni e, di conseguenza, la lunga vita.

Toshikoshi Soba

tipo di pasta molto utilizzato nella cucina giapponese, la soba a Capodanno diventa ancora più lunga e sottile. Questo perché si crede che la lunghezza dei noodles sia di buon auspicio per una vita lunga e senza intoppi.

La soba, inoltre, è composta da grano saraceno, una tipologia di frumento particolarmente resistente e capace di crescere anche in condizioni climatiche estreme: in questo modo, il piatto diventa anche simbolo di forza e resilienza, augurio prezioso per cominciare il nuovo anno al meglio.

Fukucha

il primo dell’anno, invece, è usanza bere il Fukucha, un particolare tipo di tè verde sencha con dentro l’umeboshi, una prugna agrodolce giapponese. Il motivo per cui si beve risiede nel nome stesso della bevanda: Fukucha significa infatti “tè della fortuna”.

Hinamatsuri: La Festa delle Bambole

Letteralmente Festa della Bambola, la Hinamatsuri è la ricorrenza che ogni anno il 3 marzo celebra la salute e la felicità delle bambine e, più in generale, la femminilità.

Durante questa giornata di solito si espongono in casa delle bambole tradizionali, le Hina Ningyo, posizionate su diversi livelli a formare un vero e proprio altare.

Insieme all’esposizione delle bambole, la festa prevede l’organizzazione di feste per bambini e la preparazione di piatti e dolci tradizionali formati dai colori simbolici dell’Hina Matsuri: il rosa, il verde e il bianco.

Chirashi sushi

a base di riso e pezzetti di pesce crudo, è un piatto pieno di ingredienti considerati fortunati e che per i loro colori ricordano la primavera che si sta risvegliando e l’abbondanza che porta con sé.

Hishi mochi

si tratta di tortine di riso a forma di rombo, composte da tre strati di colore diverso, ognuno dei quali con un significato particolare. In basso il verde, che rappresenta la terra, poi il bianco a simboleggiare la neve che si scioglie e infine il rosa, che richiama il colore dei fiori di pesco e quindi la primavera. Insieme questi tre colori indicano il passaggio dall’inverno alla primavera.

Amazake

è la bevanda tipica dell’Hinamasturi. È una versione analcolica del sake, dalla consistenza cremosa e il sapore dolce, perfetta per accompagnare gli hishi mochi.

Equinozio di Primavera e Equinozio di Autunno

L’equinozio di primavera e quello di autunno rientrano nei 24 Setsu che, durante l’anno, segnano la fine di un periodo e l’inizio di un altro. Si tratta di due giornate di festa nazionale, in cui si celebra il passaggio da una stagione all’altra contemplando la natura, con la fioritura dei ciliegi in primavera e la pioggia delle foglie d’acero in autunno, e andando a visitare le tombe dei propri cari. 

In quest’occasione, infatti, i giapponesi visitano i defunti abbellendo le tombe con fiori freschi e incensi e portando loro in dono dolci e cibo, rigorosamente rotondi, forma ritenuta per tradizione gradita agli spiriti. Tra alcuni dei dolci più tradizionali offerti troviamo:

Botamochi

dolcetti a base di riso glutinoso, riso normale e pasta di fagioli azuki, la cui forma dovrebbe ricordare quella delle peonie, fiore tipico primaverile.

Ohagi

palline dolci fatte con pasta di riso cotta e ricoperte di pasta di fagioli rossi azuki, il cui nome deriva dal nome del fiore “hagi”, che è la parola giapponese per indicare il fiore del trifoglio.

Tanabata Matsuri: la Festa delle stelle innamorate

Il 7 luglio in Giappone di festeggia il Tanabata Masturi, la Festa delle Stelle Innamorate.

L’origine della festa è antica e trae le sue origini da una leggenda che racconta l’amore eterno tra Orihime, principessa dei cieli e tessitrice delle vesti degli dei, e Hikoboshi, pastore dei piani celesti. Condannati a vivere ai due lati opposti della Via Lattea, i due amanti possono incontrarsi solo una volta l’anno per vivere il loro amore.

I festeggiamenti del Tanabata Matsuri prevedono fuochi d’artificio, bancarelle di cibo e la tradizione di scrivere i propri desideri su foglietti di carta colorata ed appenderli a rami di bambù.

Per quanto riguarda invece il cibo, ovviamente anche questa ricorrenza ha il suo piatto tipico:

Tanabata somen

gli spaghetti di frumento giapponesi serviti freddi sono l’ingrediente principale di questa preparazione. Così sottili e di colore bianco, i somen ricordano infatti la Via Lattea e rappresentano la tessitura della protagonista della leggenda, mentre verdure, uova, prosciutto e gamberi tagliati e posizionati con cura completano il piatto con decorazioni a tema.

Alla scoperta del cibo delle feste giapponesi

Con una cucina fortemente simbolica e legata alla stagionalità, in Giappone ogni periodo e ogni festività ha i suoi cibi e i suoi piatti tradizionali.

Ogni volta che infatti si prepara una ricetta per celebrare qualcosa è importante includere ingredienti che siano di buon auspicio, per la loro forma, l’origine del nome, le sue proprietà o caratteristiche: in questo modo ogni piatto sarà ricco non solo di gusto, ma anche di significato.

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