Con la loro consistenza leggermente gommosa e il sapore dolce, ma delicato, i mochi hanno ormai conquistato non solo i nostri palati, ma anche i nostri cuori. Ma cosa rende questi dolcetti giapponesi così irresistibili, tanto da farli diventare popolari in tutto il mondo? Continua a leggere per scoprire tutto quello che c’è da sapere sui mochi giapponesi, dalla loro storia a come si preparano secondo la tradizione e, ovviamente, dove puoi trovarli anche qui in Italia in tutte le loro buonissime varietà!

Mochi giapponesi: cosa sono e come si preparano

I mochi sono quindi uno dei dolci tradizionali del Giappone. Fatti di riso glutinoso, che viene pestato fino a formare una pasta morbida e appiccicosa, si caratterizzano per la loro consistenza unica, un po’ gommosa, e il loro gusto delicato.

Il mochi, infatti, si compone con pochi ingredienti, semplici ed essenziali:

  • riso glutinoso, in giapponese mochigome: la base del mochi, che gli conferisce la caratteristica consistenza elastica;
  • acqua: utilizzata per cuocere e pestare il riso;
  • zucchero: per dolcificare il composto;
  • amido di mais: utilizzato per evitare che i mochi si attacchino durante la lavorazione.

Per quanto riguarda la preparazione, invece ci sono due metodi diversi. Il primo è quello della tradizione giapponese, fatto di gestualità e passaggi che ne fanno una vera e propria cerimonia: il Mochitsuki. Durante questa preparazione, infatti, il riso viene prima messo a bagnomaria e, una volta cotto, viene pestato all’interno dell’uso, un grande mortaio in legno, con un pestello, detto kine. Si tratta di un metodo che richiede tempo, forza e coordinazione tra tutte le persone che lavorano il preparato, perché il riso deve essere girato e pestato ritmicamente fino ad ottenere una pasta liscia ed elastica. Per questo motivo oggi il Mochitsuki è una preparazione quasi cerimoniale, riservata alle occasioni speciali, mentre per la produzione standard dei mochi vengono usati macchinari appositi.

Il risultato però è sempre lo stesso: un dolcetto dalla forma tondeggiante, capace di incuriosire e conquistare il palato di chiunque lo assaggi con il suo sapore unico ed originale.

Mochi: tutte le tipologie e i gusti

Dato il loro sapore delicato, i mochi giapponesi sono perfetti per essere farciti o abbinati a diversi ingredienti. Ne esistono infatti moltissime varietà, che si differenziano per colore, forma ma soprattutto per il ripieno. Da quelli più tradizionali a quelli nati dall’influenza delle cucine occidentali, c’è sempre un nuovo mochi da assaggiare e da scoprire.

I mochi classici: il daifuku e le sue varianti

I mochi classici sono le varianti più tradizionali, mangiati anche quotidianamente dai giapponesi a conclusione di un pasto o come snack dolce durante la giornata. Tra i più popolari troviamo:

Daifuku: è la tipologia di mochi più diffusa e amata, anche fuori dal Giappone. Ripieno di anko, la marmellata tradizionale giapponese di fagioli rossi, è un dessert a cui è impossibile resistere.

Ichigo daifuku: è una variante del daikufu classico, a cui viene aggiunta una fragola intera nel ripieno. Il sapore è fresco e fruttato, e la combinazione di texture e sapori rende questo mochi una vera delizia.

Sakura mochi: si tratta di un’altra variante del daifuku, tipici del periodo della fioritura dei sakura. In questa ricetta, i mochi sono colorati di rosa e vengono serviti avvolti in foglie salate di ciliegio giapponese: belli da vedere e buonissimi da mangiare.

Kusa mochi: ancora una variante del daifuku, questa volta di colore verde e dal sapore leggermente erbaceo, dato dalle foglie di yomogi, il nome giapponese dell’artemisia.

Dango: sono mochi serviti su uno spiedino. Così famosi da avere anche la loro emoji dedicata, i dango vengono di solito accompagnati da una salsa a base di soia, il mitarashi, che aggiunge una nota dolce alle polpettine di riso glutinoso. Perfetti da mangiare insieme ad una tazza di the matcha.

Kiri Mochi: infine, la variante del mochi non zuccherata. Si tratta di cubetti di mochi, privi di ripieno, che possono essere bolliti, grigliati o tostati. Sono perfetti da gustare come spuntino o per arricchire ricette di qualsiasi tipo, dalle frittate di onokomiyaki alle zuppe.

I mochi delle feste: Capodanno e Hinamatsuri

I mochi, in origine, venivano utilizzati in cerimonie religiose e come offerta agli dei. Considerati simbolo di buon auspicio e prosperità, ancora oggi vengono preparati e mangiati in occasioni di festa, andando così a rendere ancora più speciali questi momenti. Ci sono quindi delle particolari tipologie di mochi legate a delle festività giapponesi. In particolare:

Kagami Mochi: preparati in occasione del Capodanno, si tratta di un dolce composto da due strati di mochi sovrapposti l’uno sull’altro e con un’arancia amara, detta daidai, in cima.

Hishi Mochi: a forma di rombo e colorati di rosa, bianco e verde, è il mochi della Festa delle Bambole, in giapponese Hinamatsuri.

Mochi per tutti i gusti: le ricette fusion

Le influenze moderne e delle cucine internazionali hanno dato vita a nuove e gustosissime varianti di mochi, perfette per chi vuole sperimentare sapori diversi:

Ice Cream Mochi: una fusione moderna, che combina la tradizione giapponese con il gelato, creando una dessert rinfrescante e dal sapore unico.

Mochi Fusion: si tratta di varianti innovative del mochi tradizionale, soprattutto nella farcitura. Tra gli ingredienti più utilizzati ci sono il cioccolato, crema di nocciole, frutta di ogni tipo e qualsiasi altra golosità.

I mochi quindi sono molto più di semplici dolci: oltre che far parte dell’arte tradizionale del wagashi, sono ormai una vera e propria icona della cultura giapponese, rappresentativa del paese in tutto il mondo.
Per provarli e assaggiare tutte le varianti di mochi tradizionali, prenota subito un tavolo nel ristorante Sagami più vicino a te: la cucina giapponese ti aspetta, per portarti alla scoperta dei sapori più autentici del Paese del Sol Levante.